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Tensione e rilassamento nel gesto grafico

Tensione e rilassamento nel gesto grafico

 

Il gesto grafico, in tutta la sua genesi complessa, diventa anche l’informazione delle caratteristiche personali del suo autore, del suo stato di salute, dello sviluppo psicofisico, del temperamento, dell’intelligenza. Alcuni autori lo confrontano con l’eletroencefalogramma, ma con questa differenza che durante l’atto scrittorio il cervello, oltre a registrare il pensiero, riproduce tutta la dinamicità e l’attività biopsichica della personalità. La mano, senza l’ausilio degli strumenti speciali, interpreta direttamente l’attività organica e psichica (Palaferri).

Secondo questa definizione, il quadro della scrittura manuale diventa non soltanto il portatore delle informazioni, il documento personale e storico, ma anche (e forse soprattutto), la registrazione neurofisiologica, una specie di eletroencefalogramma.

È proprio lo strumento esecutore, che è la mano, a lasciare la traccia di tutta la personalità. Dalla costruzione del sistema osseo e somatico, dalla tensione muscolare, dipende la costruzione fisiologica del gesto grafico, eppure la mano nell’atto scrittorio esegue soltanto “gli ordini” derivanti dal cervello. È il cervello che controlla e coordina la tensione muscolare, il movimento di tutto l’arto, anche se esso è malato o ferito. Nella scrittura di una persona con la mano ferita si possono annottare i segni di sofferenza, di scomodità, ma questi non sono in grado di alterare le caratteristiche personali. La fluidità o la rigidità dei movimenti della mano, visibile nel gesto grafico, è la manifestazione della fluidità o della rigidità nella struttura psicofisica dell’uomo.

È proprio questo pensiero che accompagnava Girolamo Moretti, il fondatore della scuola grafologica italiana, quando creava il suo metodo. A differenza degli altri grafologi, il punto essenziale era la teoria olistica dell’uomo. Per capire meglio la costruzione psicofisica dell’uomo Moretti, con assistenza di neurofisiologi, cerca di capire l’influenza del sistema nervoso sul sistema somatico, e in seguito espone la sua conoscenza in riferimento alla scienza grafologica.

Nel 1924 Moretti si esprime così sulla scrittura: “la grafia, formata dalla spalla, l’avambraccio e la mano presenta le funzioni psicomotorie e psicointellettuali del cervello, (…) perciò credo che la scrittura manuale presenti le più delicate sfumature del cervello”.

È proprio il cervello che coordina l’attività dei singoli centri nervosi e del sistema motorio, e mantiene il controllo durante l’atto scrittorio. La traccia grafica, formata dalla mano (oppure da un’altra parte del corpo) è la traccia di tutta la personalità.

La scrittura, secondo, Vettorazzo è sottoposta alle leggi fisiche, fisiologiche e psicologiche.

“Le fisiche sono quelle che regolano il movimento grafico secondo le leggi cinetiche e dinamiche.

Fisiologiche sono quelle che regolano il movimento grafico in base all’attività dei sistemi somatici, dai quali esso viene eseguito.

Psicologiche sono quelle che regolano il movimento grafico secondo le funzioni psichiche e psicologiche. Alle leggi psichiche sono sottoposte alle funzioni della corteccia cerebrale, aventi per scopo le funzioni coscienti e le coordinazioni degli impulsi sensoriali, percettivi e motori. Le funzioni psicologiche si riferiscono alla zona subcorticale dove trovano “sede”: mentalità, stati d’animo, umore, sentimenti, emozioni, sensazioni  fra gli stati di coscienza e d’incoscienza, fra quello che innato e che acquisito, fra quello che è personale e sociale”.

 

 

 
ANALISI GRAFOLOGICA
L’analisi del rapporto tensione-rilassamento del gesto grafico, il percorso della linea grafica e delle specifiche categorie grafiche, possono aiutare a comprendere la personalità dell’uomo. L’analisi del gesto grafico permette la consulenza della persona senza la sua diretta partecipazione. Questa proprietà è particolarmente preziosa per l’analisi dei bambini ma anche per capire le dinamiche che governano il comportamento dell’altra persona.
 
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