Le funzioni dei centri motori
Il globo pallido è il più vecchio centro motorio del cervello, nello sviluppo filogenetico dell’uomo e origina “i movimenti primitivi ritmici, non intenzionali e di massa, cioè quelli che vengono eseguiti simultaneamente, liberando ogni volta la completa energia cinetica”.
Grazie alle funzioni del corpo striato e della corteccia cerebrale si realizza l’inibizione dei movimenti, ciò permette la differenziazione e l’abilità di eseguimento dei gesti singoli.
Generalmente parlando, secondo Pophal, la complessità motoria della scrittura è il risultato dei movimenti di “va e vieni”, provenienti dall’innervazione del globo pallido e dal movimento singolo della provenienza dello striato e del cortex.
L’interazione dei movimenti di va e vieni con i movimenti singoli, manifesta diversi stati della tensione muscolare, dipendentemente dal complesso dei movimenti e da quante coppie muscolari lo realizzano. La tensione minima del muscolo ha luogo in posizione di riposo, durante il suo rilassamento. Invece durante il movimento passivo il muscolo passando dalla posizione di riposo produce una tensione elastica adattiva.
Di movimento attivo parliamo già quando viene attivato uno dei due muscoli (innervazione del muscolo portante), per esempio, mentre si porta il capotto sull’avambraccio e nel caso quando tutti i muscoli dell’arto, agonistici e antagonistici, vengono innervati simultaneamente (innervazione rigida).
Durante i movimenti va e vieni avviene l’alternazione ritmica dell’innervazione dei muscoli agonistici ed antagonistici.
Durante il movimento singolo avviene l’innervazione dei muscoli agonistici e una bassa innervazione dei muscoli antagonistici.
Nel movimento rigido avviene l’innervazione dei muscoli agonistici e una grande innervazione dei muscoli antagonistici. Allora il movimento perde la sua fluidità.
L’innervazione di uno dei due muscoli (innervazione da portamento) ha il luogo proprio durante la pressione grafica. Tuttavia durante l’atto scrittorio avviene la tensione alternata dei muscoli agonistici ed antagonistici, che originano la coordinazione e bilanciamento dei movimenti. L’innervazione da portamento nella pressione grafica, corrisponde nell’interpretazione psicologica alla manifestazione di attacco e di attività.
Mentre l’innervazione del muscolo portante ha per l’obbiettivo la compensazione attiva della forza esteriore sull’avambraccio, nell’innervazione da irrigidimento “non si tratta di compensare la forza esterna che agisce sull’arto, ma di proteggere l’arto dalle possibile forze esteriori. “ (De Bose – Massi)
“Come indica il nome stesso, l’innervazione da irrigidimento causa la diminuzione dell’elasticità dell’arto, in risultato dell’irrigidimento più o meno forte, ciò può condurre alla fissazione, come il segnale della funzione di resistenza e di difesa “ – Massi
L’innervazione da irrigidimento è causato dagli stati di una tensione continua, dallo stato di allarme, dalla protezione di se stesso dalle influenze esterne. L’innervazione da irrigidimento è la manifestazione della resistenza passiva e reattiva (in pratica, i gradi di tensione che la scrittura presenta sono il risultato di come si combinano insieme l’innervazione di portamento e quella di irrigidimento tra loro (ossia quanto una prevalga sull’altra o se invece trovano tra loro un giusto equilibrio “fluido” per così dire) che sono dipendenti dalle innervazioni che attraversano il pallido, lo striato e il cortex.