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=> Esempio 1. Madre e figlia
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Esempio 1. Madre e figlia

L'esempio è composto da due campioni grafici che rivelano le dinamiche familiari fra la madre Elzbieta  (70 anni, il diploma di scuola media inferiore, pensionata) e la sua figlia Sabrina  (32 anni, il diploma di maturità, impiegata delle poste).

Sabrina quando ebbe sei mesi fu adottata da Elzbieta e dal suo marito. La sua madre naturale la partorì in età di 16 anni e fu costretta dai genitori a dare la bambina in adozione. Nella nuova famiglia la bambina era felice, circondata dall’amore dei genitori che la adoravano.

Sabrina, fino al 12 anno della vita non conosceva la sua vera storia, gliela fatto conoscere il suo padre adottivo che nello stato di ubriachezza le rivelò la verità. Egli sempre più spesso maltrattava psichicamente e fisicamente la moglie sterile, costringendola fra l’altro agli atti sessuali con il loro cane. Alla figlia adottiva il padre rassicurava premure ed affetto.

 

La crudeltà del marito costrinse Elzbieta al divorzio. Il tribunale le ha affidato la figlia adolescente, che da quel momento come se riprendesse il comportamento del padre, procurando alla madre sempre più problemi educativi con una graduale trasformazione nel sadismo psichico.

La madre adottiva subendo i continui attacchi da parte di Sabrina e sperando nella sua crescita, cercava di rassicurarle ogni bene, dedicandosi fortemente al lavoro, rassicurare alla ragazza lo studio e per soddisfare le sue esigenze di emergere, a scapito delle necessità essenziali della madre stessa. Le due donne vivevano nelle condizioni piuttosto modeste, tuttavia Elzbieta cercava di soddisfare ogni desiderio della figlia a costo dei sacrifici. 

 

Il padre adottivo caduto nel profondo alcolismo, si interessava della figlia sporadicamente. Egli veniva a trovarla in assenza della madre, nei momenti del bisogno economico, e lei gli si rendeva utile  sottraendo i mezzi alla madre. È morto per l’abuso dell’alcol.

Sabrina alcune volte ha cercato di farsi la propria famiglia e lasciare la madre, tuttavia ogni nuova unione si concludeva in modo infelice, suscitando in questo modo la pietà e la comprensione della madre, che ogni volta accoglieva la figlia sotto il proprio tetto. Negli ultimi anni Sabrina è tornata definitivamente dalla madre, ma la dinamica della loro convivenza peggiorava ogni giorno. Il sadismo psichico della figlia aumentava dando origine anche agli atti di violenza fisica. L’anziana donna sempre più oppressa, sul suggerimento degli assistenti della casa diurna del pensionato cui era frequentatrice, decise di rivolgersi alla polizia. Le diverse perizie mediche confermarono un continuo maltrattamento.

 

Due campioni grafici presentano le caratteristiche delle personalità delle due donne che non hanno saputo trovare una relazione opportuna per una convivenza tranquilla.  


    

La scrittura di Elzbieta, 70 anni

 

Le caratteristiche fondamentali della scrittura della madre sono: notevoli cambiamenti della direzione delle lettere, pressione filiforme, non omogenea, la significativa prevalenza della curva sull’angolo, la mancanza della continuità grafica, la semplicità delle lettere e il tremore. Il tremore è probabilmente il risultato dell’età e delle malattie della donna, ma non si può escludere un eventuale stress che la scrivente cerca di dominare.

La combinazione degli elementi grafici secondo il metodo grafologico morettiano, permette una generale interpretazione della personalità. L’analisi della scrittura rivela l’insufficienza del potere decisionale e della fermezza, con la tendenza alla rinuncia e all’influenza altrui. Nonostante ciò non mancano gli indici di inflessibilità che pecca spesso di immaturità e di soggettivismo, come risultato della valutazione ingenua e poco oggettiva delle situazioni e del forte coinvolgimento emotivo. Altri fattori come delicatezza, grande disponibilità ad aiuto con rischio di scivolare nell’ingenuità, rispetto delle norme morali e dell’interazione sociale sui fondamenti dell’accordo e del rispetto, costruiscono la personalità che cerca di difendersi dagli attacchi dall’esterno in modo piuttosto inefficace, attraverso il controllo dei sentimenti, delle emozioni e delle espressioni. La mancanza di forza e di decisione nel presentare il proprio punto di vista e nell’opporsi, fanno che la donna preferisce piuttosto tacere la propria sofferenza, sopportandola ogni giorno, fino al momento quando ella non è più in grado di sostenere il peso del tormento e si rivolge alla polizia, ciò però ferisce il suo sentimento “di essere madre”.

 




La scrittura della figlia con una forte inclinazione a sinistra, con la rigidità delle aste, tremore e la pressione disomogenea sul fondamento delicato, costituisce l’immagine della donna con un forte desiderio dell’amore, ma che ha la sensazione come se questo sentimento non venisse mai realizzato. Questa sensazione può frenare il bisogno di offrire il sentimento agli altri, mutando in una sua espressione contraria, ovvero assumendo l’immagine di ostilità e di odio.

La notizia (che Sabrina apprese in modo molto brutale in età delicata qual è l’adolescenza) sul rifiuto da parte della famiglia d’origine e la privazione dell’amore da parte della madre naturale, l’illusione sull’amore del padre adottivo che sfruttava la disponibilità della figlia ai fini della propria dipendenza dall’alcool e le unioni infelici con gli uomini successivi, fanno che Sabrina avendo a disposizione unicamente l’amore di Elzbieta,  inconsciamente si sente come se fossa “costretta” di ricambiare quest’affetto verso la donna che, nonostante che non sia stata la sua madre naturale, era sempre amabile e disponibile in qualsiasi situazione. Questa consapevolezza però fa suscitare in Sabrina dei contrasti, poiché oltre all’amore, ella sente il disprezzo per la condiscendenza della madre adottiva, colpevolizzandola di non essere stata la madre che essa avrebbe voluto avere e odiandola per questo stato della propria psiche.    

La pressione grafica di Sabrina informa sulla delicatezza dei fondamenti della personalità ma anche dei blocchi dell’energia accumulata, che in effetti degli accumuli, nei momenti della sofferenza può scoppiare con più intensità. La personalità è piuttosto chiusa, non si esprime volentieri sulle proprie emozioni e sensazioni, ciò può provocare la rigidità nell’espressione dei sentimenti e le manifestazioni improvvise e negative nei confronti delle persone con le quali convive.

 

Il citato esempio delle dinamiche familiari manifesta che ambedue donne sono vittime. La madre diventa la vittima della figlia adottiva ma anche della propria disponibilità, cedevolezza e della mancanza di determinazione, ciò grava soprattutto in età quando la figlia aveva il bisogno dei relativi punti di riferimento e la stabilizzazione emotiva e psichica. Invece la figlia diventando la vittima della sensazione di rifiuto e della mancanza dell’amore da parte della madre naturale e la vittima delle debolezze della madre adottiva, non riesce a gestire i propri sentimenti, le emozioni e le sensazioni verso se stessa e verso gli altri.

Nella scrittura della figlia non si può parlare dei chiari segni di violenza, tuttavia la sofferenza accumulata, i desideri irrealizzati, la sensazione di rifiuto, fanno che la figlia si percepisce come la doppia vittima: di coloro che non l’hanno amata e la vittima delle proprie sensazioni e dei propri atti di violenza, dei quali è consapevole.

 

 

 

 

 
ANALISI GRAFOLOGICA
L’analisi del rapporto tensione-rilassamento del gesto grafico, il percorso della linea grafica e delle specifiche categorie grafiche, possono aiutare a comprendere la personalità dell’uomo. L’analisi del gesto grafico permette la consulenza della persona senza la sua diretta partecipazione. Questa proprietà è particolarmente preziosa per l’analisi dei bambini ma anche per capire le dinamiche che governano il comportamento dell’altra persona.
 
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